Mandami qualcuno da amare 


Madre Teresa di Calcutta


Signore, quando ho fame,
dammi qualcuno che ha bisogno di cibo;
quando ho un dispiacere,
mandami qualcuno da consolare;
quando la mia croce diventa pesante,
fammi condividere la croce di un altro;
quando non ho tempo,
dammi qualcuno che io possa aiutare per qualche momento;
quando sono umiliato,
fa che io abbia qualcuno da lodare;
quando sono scoraggiato,
mandami qualcuno da incoraggiare;
quando ho bisogno della comprensione degli altri,
dammi qualcuno che ha bisogno della mia;
quando ho bisogno che ci si occupi di me,
mandami qualcuno di cui occuparmi;
quando penso solo a me stesso,
attira la mia attenzione su un'altra persona.
Rendici degni, Signore, di servire i nostri fratelli,
che in tutto il mondo vivono poveri ed affamati.
Dà loro oggi, usando le nostre mani, il loro pane quotidiano,
e dà loro, per mezzo del nostro amore comprensivo, pace e gioia.

 

Vestimi di te

 

Vestimi gli occhi della tua luce,

vestimi il passato della tua misericordia,

vestimi il presente della tua pace.

Tu che vesti i fiori del campo,

Tu che nutri gli ucelli del cielo,

Tu che vesti di luce il giorno..

eccoti un figlio da vestire!

Tu rivesti del tuo amore, dato su misura come uno è.

Tu guardi il passato, vedi il presente

e il tuo amore si trasforma in misericordia,

incoraggiamento, tenerezza.... dolce richiamo...

Tu vesti della tua vita e fai sbocciare la vita.

Tu ami il canto, i colori, la novità di ogni giorno

Quando vedo il fiore appassito... sembra dirmi:

"Ti ricordi la bellezza, il profumo di ieri?

Io non voglio tanto tempo, ma nel poco dare tanto.

E questo solo giorno lascerà in te il richiamo di me,

più che se fossi vissuto tanto

ma senza colore e profumo."

 

E il giorno di un fiore davanti a Te

è come la vita di un uomo da 80 o anche 100 anni.

La vita del fiore ha messo in me

il desiderio di Te, Signore,

di Te che sei la vita di ogni creatura,

di te che profumi di senso ogni attimo,

di te che distribuisci la bellezza a piene mani

per dirmi chi sei e quanto mi ami.

Grazie per qiesto sguardo francescano!

Tu sei il più bello tra i figli dell'uomo!

Tu sei un fiore di bellezza..

 

Frate Lanfranco

 

Tratto da :Và, la tua fede ti ha salvato Testo di formazione 1999

Io ti appartengo

 

Signore, sono qui davanti a Te: voglio stare con Te!

Di solito ti chiedo di ascoltare, di aiutare, di fare...

Oggi ti dico: "Guardami!

fissa il tuo sguardo su di me!

scrutami fino in fondo,

là dove hai scritto la mia appartenenza a Te,

e risveglia in me il desiderio di Te".

Ti ascolto e tu mi dici:

"Come posso lasciarti, come posso abbandonarti!

Il mio cuore non me lo permette,

perchè il mio amore è troppo forte.

Solo il tuo orgoglio può farti pretendere

di voler essere sempre a posto.

Non ho paura dei tuoi sbandamenti,

del tuo amore mediocre,

dei tuoi momenti di stasi,

della confusione che c'è in te.

Tutto questo deve solo portarti

ad ammettere quanto sei povero!

Ti voglio rivelare i segni della tua povertà:

non sei quello che vorresti e stenti ad accettarti,

aspetti di diventare diverso

per volerti veramente bene.

Sii contento di quello che sei

e non per quello che vorresti e potresti essere.

Tu mi appartieni e sei una rivelazione di me!

ma perchè pensi che le persone ti amino:

per i tuoi occhi? la tua tenerezza?

la tua bontà? la tua forte umanità?

Ma non vedi che dietro

e dentro tutto questo che credi tu ci sono io?

Ti ho dato umanità, sensibilità, tenerezza,

occhi, mani, voce... non perchè tu spenda

la parte maggiore delle tue energie

per esprimere, rivelare e comunicare

tutto quello che ti ho donato.

Ora dovresti imparare a guardarti con i miei occhi!

Per me tu sei prezioso

perchè ti ho scelto come mio amico.

Per me sei degno di stima perchè sei tu.. e basta!

Non mi interessa quanto fai,

non cambierò mai opinione su di te

perchè il mio amore è l'amore del tuo Signore".

 

Frate Lanfranco

 

Tratto da :Và, la tua fede ti ha salvato Testo di formazione 1999

L'Unità dell'OFS

 

L'unità è un dono per la vita nella sua molteplice espressione: è perciò valore vitale ed essenziale, forza e dinamismo, ordine e armonia. Rende vivo, efficiente e fecondo l'intero organsmo, nonostante le sue molteplici differenziazioni.

L'unità è una componente essenziale per ogni organismo vivo.

Gesù l'ha chiesta al Padre per i suoi discepoli che dovevano formare la Chiesa; il serafico Padre l'ha desiderata ardentemente e custodia con vigile premura per i componenti della sua famiglia spirituale.

E' perciò fuori discussione che l'unità costituisca un bene fondamentale e un valore inestimabile per la vita e la missione dell'OFS.

L'OFS che "si configura come unione organica di tutte le Fraternità cattoliche sparse per il mondo" (Regola art. 2) - ha in sè, necessariamente, delle differenziazioni, che costituiscono la sua ricchezza e varietà di espressione. Esse non devono però minimamente mettere in pericolo la sua unità. Unità che gli deriva:

- dal serafico Padre, che per ispirazione divina lo ha londato e donato alla Chiesa  e al mondo;

- dalla Regola che la Chiesa con Lettera apostlica di Paolo VI, ha approvata e confermata annettendovi la forzadella sanzione apostolica (24.6.1978), e che Giovanni Paolo II ha definito "un tesoro", e "sintonizzata allo spirito del Consilio Vaticano II, e rispondente a quanto la Chiesa attende da coloro che la professano" (27/9/1982);

- dalle Costituzioni Generali, approvate e confermate daòa Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica (8-12-2000);

- dal Rituale dell'OFS, approvato e confermato dalla Congregazione dei Sacramenti e del Culto divino (9/3/1984), che serve a dare uniformità alle principali "Cerimonie" della vita dell'OFS.

  Nell'udienza al capitolo Generale dell'OFS, il Papa ha detto: "La Chiesa desiderava che il vostro Ordine sia un modello di unione organica, strutturale, carismatica a tutti i livelli così da presentarsi al mondo quale comunità di amore" (22/11/2002).

Riflettiamo sugli aggettivi qualificanti l'unità, usati dal Papa:

 

- Organica: richiama un organismo che ha una moltepliceità di organi che vivono e hanno funzioni specifiche nell'ambito di esso, e tutti agiscono animati e guidati dal emdesimi fine: la salute, la crescita, lo sviluppo armonioso dell'intero organismo.

 

- Struttturale: indica la composizione ordinata di tutte le parti per la funzionalità armoniosa ed efficace dell'intero organismo, il quale risulta efficiente nel raggiungimento del proprio fine mediante il concorso ben strutturato dei suoi vari organi.

 

- Carismatica: rende feconda e creatrice l'unità organica e strutturale . Richiamandosi al carisma, libera l'unità strutturale da ogni appiattimento uniforme che mortifica e frena l'entusiasmo. Il carisma della "figliolanza", è multiforme nell'espressione della vita, che "informa" nella ricchezza delle sue realizzazioni.

Sapientemente la regola scrive che i francescani secolari "si impegnino a vivere in piena comunione con il Papa, i vewsvovi, i sacerdoti in un fiducioso e aperto dialogo di creatività apostolica.

 

Unità, perciò, non vuol significare appiattimento, uniformismo, soffocamento di creatività, eliminazione di ogni specificità costruttiva, inquadramento soffocante.

San Francesco parla di "molteplici qualità" della famiglia raccolta sotto uan sola forma di vita.

L'unità dell'OFS si fonda e riceve stabilità dalla Regola, sostegno sostanziale e corroborante, dalle Costituzioni e dal Rituale.

La regola, le Costituzioni, il Rituale, quale forza unitaria ispiratrice e formatrice, sono in grado di afre dell'OFS "una milizia che può essere all'avanguardia nella Chiesa e nel mondo per la costruzione di una società più umana e cristiana".

 

Tratto da : Con san Francesco nel mondo per il mondo 

                 di P. Cristoforo Piacitelli ofm

 

 

 

Preghiera

 

"Ti svelerò il segreto della santità e della gioia.

  Se ogni giorno, per cinque minuti,

  frenerai la tua fantasia,

  chiuderai gli occhi alle cose sensibili,

  le orecchie a tutto il brusio delle cose terrene

  e sarai capace di ritirarti

  nel santuario della tua anima battezzata,

  tempio dello Spirito Santo,

  e parlerai a questo Santo Spirito dicendogli:

 

  Spirito Santo, anima della mia anima,

  io ti adoro,

  dammi la tua luce, guidami, rendimi forte,

  dimmi parole di consolazione.

  Dimmi tutto quello che devo fare.

  Prometto di ubbidirti,

  in tutto quello che mi domanderai

  e di accettare quanto mi accadrà per tuo volere.

  Mostrami solamente qual'è la tua volontà...

 

  ... se riuscirai a fare questo,

  la tua vita trascorrerà gioiosa e serena,

  la consolazione abbonderà in mezzo alle tribolazioni,

  poichè ti sarà data la grazia

  proporzionata alle prove e la forza per sopportarle;

  così sarai guidato sino alle porte del paradiso,

  ricco di meriti.

  La docilità allo Spirito Santo

  è il segreto della santità".

 

Card. Mercier

 

L'uomo redento da Dio

 

Rivisitando il mistero della nostra vita di fede, ci accorgiamo di un grande momento che segna l'inizio di un rapporto di accoglienza vitale e innesta un itinerario nuovo nel cammino di incontro con Dio: La Redenzione.

Il termine "Redenzione", in virtù della quale Dio libera o riscatta il suo popolo, è strettamente collegato nella Bibbia all'idea di "Salvezza". Rappresenta il mezzo privilegiato, scelto da Dio, per salvare Israele liberandolo dalla schiavitù egiziana e costituendolo suo popolo particolare.

Il testo della Lettera a Tito, riflesso visibile di una catechesi primitiva, rivela chiaramente la fonte a cui si riferisce l'autore per descrivere l'opera di Cristo: Gesù è "Salvatore" in quanto ci "redime da ogni iniquità" e "purifica un popolo che è sua proprietà". E' in questa profonda presa di coscienza di essere stati redenti da Dio per mezzo di Gesù Cristo, che si apre davanti a noi un orizzonte nuovo segnato da forti semi di speranza che ci invitano a incontrare l'altro e a riconoscerlo come fratello.

La storia di Gesù al di là della sua realtà fenomenica, rivela l'intervento definitivo di Dio nella vicenda dell'umanità, il mistero della sua presenza, che avviene e si manifesta nella persona di Gesù che è l'unigenito del Padre.

In questa prospettiva si comprende in che senso, tra i segni che hanno accompagnato la vita di Gesù, bisogna includere anche la Croce e la Risurrezione, il segno più grande di tutti; qui si rivela pienamente il mistero di Gesù, il suo legame con il Padre e il suo amore per gli uomini. Il mistero di Cristo si attualizza nella storia e questa, perciò, ha una grande importanza; ma non ci si deve fermare ad essa, bensì risalire a ciò che nella storia si rivela, cioè alla persona di Gesù e alla sua inaspettata grandezza: è questo che conta per la fede, la quale solo qui e non altrove, trova il suo fondamento ultimo. Le diverse opere che Gesù compie sono momenti o manifestazioni di un'unica opera, quella della salvezza.

Chi salva l'uomo è l'amore, non tanto la verià; è vera chiesa, infatti, e vera fraternità dove si ama concretamente, quando l'amore si fa servizio, testimonianza. La fede cristiana non deve mai essere un'ideologia, ma una via. Essa non comincia da una definizione di Dio,ma dalla conoscenza di Gesù Cristo o del Dio di gesù Cristo, come in Lui si è fatto conoscere a noi. Tutta la storia dell'uomo e del mondo non è comprensibile se non come storia di Salvezza, quella salvezza che non è l'ordine cosmico, che non è Legge...ma il Cristo. Per questo è urgente passare da un Dio creduto, a un Dio vissuto.

Il Dio cercato dall'uomo è dunque un Dio che si è Rivelato. La fede è un'espressione di vita che si realizza in un costante cammino di conversione. Essa non è solo fiducia, ma è soprattutto fedeltà alla promessa di Dio che è fedele alla sua creatura; suscita certezza, stabilità; non è puntare su se stessi, quanto piuttosto stare davanti a Dio, percepirne la presenza, sull'esempio di Cristo, che è la misura di ogni fede.

Si tratta di unire teoria e prassi, parola ed azione, per una testimonianza credibile, viva e coinvolgente; di credere che il bene è più forte del male che sembra imperare ma è destinato alla sconfitta; di credere che in ogni uomo c'è il germe divino che aspetta di fiorire per allontanare ogni paura e vincere la stessa morte.

"Tutto è vostro, voi siete di Cristo e Cristo è di Dio" (1 Cor 3,33)

 

Tratto da : Và la tua fede ti ha salvato testo di formazione anno 1999

La Redenzione : un dono da rendere e restituire

 

Francesco accoglie il dono della Redenzione con l'atteggiamento tipico del "povero", lo contempla e lo partecipa a tutti i fedeli perchè sia da essi rivissuto nella propria esistenza e restituito al suo Autore.

Il capitolo XXIII di Rnb è un grande rendimento di grazie, simile a una Preghiera Eucaristica, dove Francesco confessa innanzitutto che Dio è "Onnipotente, santissimo, altissimo e sommo".

Dio è totalmente altro, situato al di là della sfera umana. Conseguentemente l'azione di grazie del Poverello trova la sua prima ragione nella profondità dell'essere divino e nella sua alterità distante, che non costituisce un impedimento alla alterità prossima, perchè Dio è "Padre giusto e santo", e Francesco lo ringrazia "perchè per la tua santa volontà e per l'unico Tuo Figlio con lo Spirito Santo hai creato tutte le cose spirituali e corporali, e noi fatti a tua immagine e somiglianza hai posto in Paradiso".

Si evidenzia così l'ineffabile disegno di amore del Padre congiunto alla mediazione creativa del Figlio e dello Spirito.

Nella creazione l'opera trinitaria dà origine al cosmo e all'uomo, che viene creato a immagine e somiglianza di Dio. Nella V Ammonizione Francesco rivela la sua intuizione di fede nel Cristo, nella sua umanità e divinità come modello dell'uomo creato, redento e salvato per mezzo di lui. Egli afferma: "Considera, o uomo, in quale sublime condizione ti ha posto il Signore Dio, perchè ti ha creato e formato a immagine del suo Figlio diletto secondo il corpo e a similitudine di lui secondo lo Spirito".

 

L'immagine e somiglianza vengono quindi riferite al rapporto di conformazione dell'uomo sia al Padre che al Figlio. Ciò vuol dire che l'uomo porta in sè le tracce del Figlio e del Padre; egli cioè è un essere che ha sia la similitudine della fligliolanza sia la similitudine della paternità divina.

Al momento della creazione, l'uomo è stato posto in Paradiso. Il testo di Francesco evoca il racconto della Genesi, prospettando così il "noi" come "noi in Adamo". Ma in seguito l'accenno al peccato originale, riproposto con "noi per colpa nostra siamo caduti", non solo evoca che tutti gli uomini hanno peccato in Adamo, ma sottolinea anche la personale colpevolezza di ogni creatura umana. 

 

Tratto da:"Và la tua fede ti ha salvato" testo di formazione anno 1999

 

Umanità redenta e dialogo interreligioso

 

Il Concilio Vaticano II, sotto l'influsso dello Spirito Santo aprì una nuova era nelle relazioni tra la Chiesa cattolica e le altre Chiese e confessioni cristiane tramite il movimento ecumenico e tra la Chiesa e le religioni non cristiane per mezzo del dialogo interreligioso.

Dopo il Concilio si cominciò a parlare di ecumenismo e si formò un forte movimento di azione, di dialogo e di preghiera, avente come scopo il ristabilimento dell'unità dei cristiani. Un altro grande passo è stata l'apertura della Chiesa verso le religioni non cristiane. Fino ad allora le altre religioni erano viste solo come oggetto di conversione; oggi nell'evangelizzazione, anzi come parte di essa, la Chiesa valorizza il dialogo interreligioso.

Per evitare confusione bisogna distinguere tra ecumenismo e dialogo interreligioso.

Per ecumenismo si intende tutto ciò che tende a ristabilire l'unità perfetta tra i cristiani (cattolici, ortodossi, anglicani, luterani, ecc.). Quando, invece, si parla di relazioni tra le religioni non cristiane, si parla di dialogo interreligioso.

E' molto importante sapere che i cattolici hanno molti elementi della fede (il battesimo, unità e trinità di Dio, la divinità di Cristo, la resurrezione dei morti, la bibbia, la preghiera) in comune con gli altri cristiani separati da Roma. Infatti tutti recitano lo stesso credo. Quindi non è difficile vedere questi cristiani inclusi nel mistero della redenzione. Per molti cattolici il problema sorge quando si parla di "redenzione e i non cristiani". 

 

Il termine "dialogo interreligioso" fu coniato dal Papa Paolo VI con l'Enciclica Ecclesiam Suam (6 agosto 1964). Essa rappresenta un documento di massima importanza che diede il via al dialogo interreligioso, successivamente venne usato nei documenti del Concilio Vaticano II, in modo particolare nella Dicharazione conciliare sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane.

E' stata la Giornata Mondiale di preghiera per la Pace del 27 ottobre 1986, indetta ad Assisi da Papa Giovanni Paolo II, che rilanciò a livello mondiale non solo il concetto ma anche la pratica del dialogo interreligioso.

Quell'incontro, primo del genere, aprì una nuova era di interrelazioni tra la Chiesa e le religioni del mondo. Con quel gesto, ritenuto profetico, Assisi venne chiamata "profezia della pace". In questo contesto quando Giovanni Paolo II si riferisce al dialogo interreligioso parla di "spirito di Assisi"; esso ormai ha trovato eco in tutte le parti del mondo.    

 

Tratto da : "Và, la tua fede ti ha salvato" testo di formazione anno 1999

Guardano i miei figli come un evento

fuggire la palla

dalle loro mani piccole,

il fruscio soto la siepe

di un gatto nel cortile

il camion muggire chiuso

nelle vie strette cittadine.

Non hanno visto gli occhi delle mie solitudini

sulle strade dove li accompagno

nella penombra dove divento loro padre

di là dai vetri mi traversano alberi

persone ferme

in attesa di un tram

un'acqua ripida di auto

e motorini, qualcuno

che si appoggia a una colonna, ferito da cosa,

lungo il porticato.

Loro mai fermi sui sedili dietro e accanto

hanno il nascere nel sangue,

la luce nelle domande

succhiano da grandi bicchieri, sbriciolano

da sacchetti di pane.

A ventaglio si apre

il loro vivere nel mondo.

 Cosa mi attende

andarmene in un lampo,

lasciar la guida, o ancora

essere un re per voi, e poi

servirvi io diminuendo

ritornare un pò bambino

usare un giorno io l'altro sedile

e poi finire dietro il vetro,

invisibile al vostro

viaggio, vivo solo

nel vivere così grande che ci ha preso

( e che tutti cercano,

il camionista

che s'è perduto,

le persone che scrutano la via

per vedere se c'è il tram,

 e quello

che non è più alla colonna,

svanito lungo il porticato..) 

 

Davide Rondoni : Avrebbe amato chiunque, Guanda, 2006

Cambia il mondo cambiando me

 

Il sufi Bayadiz dice di se stesso:

"Quand'ero giovane ero un rivoluzionario

e tutte le mie preghiere a Dio erano:

'Signore dammi la forza di cambiare

il mondo'".

 

"Quand'ero ormai vicino alla mezza età e mi resi conto

che metà della mia vita era passata senza 

che avessi cambiato una sola anima, cambiai 

la mia preghiera in "Signore, dammi la grazia

di cambiare tutti quelli che sono

in contatto con me. Solo la mia famiglia

e i miei amici, e sarò contento".

 

"Ora che sono vecchio e i miei giorni

sono contati, comincio a capire quanto

sono stato sciocco. La mia sola preghiera ora è:
"Signore, fammi la grazia di cambiare me stesso".

Se avessi pregato per questo fin dall'inizio

non avrei sprecato la mia vita".

 

Tutti pensano di cambiare l'umanità.

Quasi nessuno pensa di cambiare se stesso.

 

Tratto da: "Il canto degli uccelli" De Mello   

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